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Frequentai Alberto
per un bel
po' di tempo, quindi posso affermare senza ombra di dubbio che il "sor
Cola" era sicuramente una di quelle persone che si possono definire
amici veri, anche se devo ammettere che purtroppo esisteva una piccola parte
del suo carattere che chiamavo "il lato oscuro", e che nemmeno io
sono riuscito, dopo 20 anni di militanza con lui nelle più svariate
peripezie, a comprendere.
Maurizio
"il Guz"
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Una persona dai sentimenti
intensi e profondi, e dal
carattere un po' schivo, almeno a un primo contatto.
Comunque una persona di spirito. E di cui sentivi di poterti fidare. Poi
era anche un ottimo autore di storie fantastiche...
Vittorio |
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E'
colui che ha così modificato la seconda legge di Clarke:
"L'unico modo per oltrepassare i limiti del possibile e' vincere il
premio speciale della critica".
Selene
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Mi limito a
citare l'Enciclopedia Galattica, vol. 5, settima edizione, del 2876: Cola
Alberto (Tolentino, 1967 - Stazione Orbitante Pegasus, 2091).
Scrittore di fama
interplanetaria, noto per opere di narrativa quali l'antologia di racconti
"Mishima colpisce ancora" e di saggistica come
"Spogliarelliste e letteratura d'anticipazione". L'autobiografia
"Ma in fondo, cosa mi aveva fatto di male la fantascienza?" è a
tutt'oggi considerata uno dei testi fondamentali della SF. Nel 2024 fu
protagonista di una battaglia legale con una multinazionale statunitense,
produttrice di bevande analcoliche, per non ben chiari motivi di
copyright.
Enrico |
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Ci
sono persone che si lasciano conoscere facilmente e alle quali è
possibile attaccare delle etichette o di cui è altrettanto facile intuire
il comportamento in una data situazione. Alberto non era una di queste. Se
dovessi, comunque, delineare alcuni tratti del suo carattere, direi che aveva
in sé l'ingegnosità e la vivacità mentale che si addicono ad uno
scrittore, la pazienza e la calma di chi sa ascoltare, la lucidità di chi
osserva, l'ironia di chi non si fa coinvolgere e, poiché la perfezione
non appartiene a questa terra, l'autostima di chi è un PO' presuntuoso.
Sofia
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L'unica
risposta che posso dare è che tifava Toro, quindi era tutto rinchiuso qui
il suo essere: forte, riflessivo ma per gli amici un cuore grande come una
casa.
Stefano
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Era un tipo umido. Da condizionatori
o climatizzatori che dir si voglia. Odiava cammelli, dromedari e canguri
perché gli ricordavano distese troppo ampie e troppo assolate. Adorava i
pinguini. Questi forti limiti ideologici hanno inciso pesantemente sulla
sua narrativa, ma c'è chi ha fatto di peggio. Però scriveva bene. Azzo
se scriveva bene. Certi suoi racconti avrei voluto scriverli io. Invece li
ha scritti lui. Brutta bestia. Era infine un grandissimo viaggiatore
ferroviario. Un futurista in ritardo. Conosceva a memoria gli orari di
tutti i treni per e da tutte le città italiane da e per Tolentino. Non
che a me la cosa servisse molto, visto che vivo a Piacenza, però questa
sua onniscienza ferroviaria ha fatto di lui il grande uomo rinascimentale
che è stato.
Vittorio
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Era
l'unica persona che conoscevo a contendermi lo scettro di "mastro
di scacchiera", l'unica che è riuscita a confondermi a tal punto con
i suoi romanzi da farmi sovvertire le leggi della fisica newtoniana,
l'unica che pur tifando Torino riuscivo a sopportare, l'unica che mi ha
portato a vedere Ancona-Torino e in mezzo alla curva del Toro si è messo
a dire che ero juventino, l'unica che si è sorpresa quando un suo
racconto ha vinto come migliore del '98 su Delos, l'unica che è riuscita
a comprare da me un computer che aveva un problema che sconfinava nella
magia nera, l'unica che usciva serena dalle riunioni di condominio a casa
di mia nonna, l'unica che sfidavo all' OK Korral e si divertiva a
prendersi sistematicamente un missile in faccia in cima alla salita a Duke
3D, l'unica che a un certo punto della mia vita non è sparita nel nulla.
Era un amico.
David
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Boh!
Era uno che una volta mi scrisse "Grazie, qualunque cosa scrivaqqiate"
Lanfranco
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Alberto,
era un amico e anche uno scrittore: in pratica una doppia rottura di
palle! L'unico suo vero problema era l'essere un romantico imprigionato
nel corpo di un MISOGINO. Così sfogava il romanticismo pubblicamente nei
racconti, e la misoginia davanti ad una bottiglia di birra, con Il Guz
complice e corroborante. E io a sopportare questo Dr. Jekill e Mr. Hide...
Che pazienza.
Valerio
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Alberto
Cola era grosso e minaccioso come lo stregatto di Alice. Ed era spietato
(nel senso che mi batteva sempre in tutti i concorsi). Sorrideva spesso, certo
molto più di tanti colleghi scrittori, ma cosa ci fosse dietro il suo
sorriso devo ancora scoprirlo; presumo una sconfinata simpatia, di quella
congenita e contagiosa, oppure l'intima consapevolezza di essere
assolutamente affascinante, come George Clooney. (Infatti: guardatelo!...
non sembra un incrocio proprio tra lo stregatto e George Clooney?).
Comunque un'altra cosa del Cola m'apparve misteriosa: cosa ci trovava in Le
Carré? Perché si vantava di leggerlo? E' come se io mi vantassi di
leggere, chessò, Harry Potter. Un ricordo su tutti: tavolata di scrittori
piuttosto "lunga". Io da una parte. Lui dall'altra... A urlarci
sconcezze sadian/pornografiche mentre tutti gli altri parlavano di
computer e ferraglia simile. Insomma, la classe non è acqua!
Ivo
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Alberto
era il suo lavoro, i suoi condomini, le tavolate, il vino, le chiacchiere,
passioni, pigrizie e visioni, come tutti. In più era uno che scriveva da
dio, e non uso la maiuscola così non sono blasfemo. Ma forse non sono il
più indicato per un ricordo postumo, molti l'hanno conosciuto assai
meglio di me, e questo in fondo mi dispiace... Però pensandoci meglio...
un attimo.. mi pare quasi... Ma sì, è lui, eccolo là! In quella frase,
in quella metafora, e anche in quel botta e risposta, e poi laggiù, in
quel paesaggio, e in quella virgola messa qui invece che là... Ecco dove
potete trovare per sempre Alberto: nelle sue storie. Leggetele con grande
attenzione (e godimento, garantisco) e lo conoscerete meglio di suo
fratello siamese prima dell'operazione.
Gabriele
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Innanzi tutto, una
precisazione: conobbi Alberto grazie alla mailing list di fantascienza.com,
e già questo dovrebbe mettervi dei sospetti. Le sue lettere colpirono la
mia attenzione perché si firmava "Blub blub... Alco". Penso che
un "blub blub" seguito dal nome di un tonno sia qualcosa di
meraviglioso. A parte questo, Alberto mi conquistò (fantascientificamente
parlando, beninteso) a Piacenza, raccontandomi delle sue avventure all'Italcon
e dell'atmosfera delle convention... ecco com'era Alberto: un evocativo.
Riusciva a creare, sia raccontando a voce che scrivendo, tutta una serie
di emozioni cui non si poteva restare indifferenti. Era un affabulatore
nato, altro che Baricco! Alberto era anche spietato, soprattutto come
editor (oltre che con le sue battutine e freddure).
Qualche volta ne ho fatto le spese. Infine, il tutto era condito da una
buona dose di idee geniali. In totale fanno tre qualità preziose. E un'invidia
tremenda da parte mia...
Annetta |
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Alberto
è stato uno dei miei più cari e sinceri amici, lo
dico senza nulla avere perché è la verità, anche se sotto la veste di
autore di scritti di fantascienza non lo conoscevo affatto. A differenza di
come lo si può immaginare, quando aveva bevuto un buon bicchiere di Havana
Club, o crema di whisky (ne andava pazzo, ma credo lo fosse anche senza
crema), diventava anche molto divertente... ne abbiamo le prove. Comunque
mi sono tolto lo sfizio e ho letto qualcosa che lui aveva scritto... Se oggi
fosse qui gli chiederei: Albè ma che ti eri fumato?
Fabrizio
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Da quando cadde nella mia culla un piatto di
tortelli radioattivi, non fui più lo stesso. Ho affrontato pericoli
inimmaginabili e Supercriminali come neanche Zuperman, però conoscere un Tonno con i superpoteri mi
mancava.
SuperVic
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